Corpo
I moduli

Testa – docente: Massimiliano Ferrone
Capita che con certi libri stringiamo un legame intenso, speciale. Quando finiamo di leggerli la forza di questo legame affiora nella nostalgia che sentiamo per la storia e i suoi personaggi, ma anche nella sensazione di essere entrati in connessione con temi e problemi che non avevamo mai esplorato prima.
Indagare questa sensazione è la premessa necessaria di un’abilità che ogni lettore dovrebbe acquisire: imparare a isolare l’idea, o le idee, che hanno dato vita a un romanzo, mettere a fuoco, mediante l’analisi di temi e problemi di un testo, l’urgenza comunicativa di chi scrive. È a quest’attività che ci dedicheremo nelle lezioni di Testa. Lo faremo cimentandoci nella lettura critica delle storie, entrando in intimità non soltanto con quel motore della scrittura che sono le idee ma anche con il mondo interiore dell’autore. Questa caccia alle idee ci renderà lettori più competenti e intuitivi, ci consentirà di interpretare correttamente le scelte narrative e di viaggiare indietro nel tempo per osservare da vicino la genesi delle opere che più abbiamo amato.

Pelle – docente: Mariella Martucci
La pelle è il primo vestito con cui nasciamo. La pelle contiene tutto – organi, muscoli, ossa – è il confine che separa noi stessi dal mondo. Allo stesso modo, il genere contiene la storia, stabilisce i confini oltre cui essa non può andare, e quelli entro i quali può invece spaziare. In Pelle ci caleremo nel profondo di questa epidermide, leggendo le autrici e gli autori che hanno scritto le regole dei generi in cui si sono cimentati, individuando queste regole e scoprendo come è possibile (e quando è possibile) violarle, creando quei punti di contaminazione con l’esterno che sono le ferite.

Ossa – docente: Carolina Capria
Ogni forma letteraria ha la sua struttura. Che si tratti di racconti, romanzi, saggi o poesie, è sempre possibile ritracciare uno scheletro, un’impalcatura che non solo regge la narrazione ma la rende più o meno efficace. Ma di cosa è fatto questo scheletro? Ogni osso rappresenta una parte del racconto che poi viene sviluppata attraverso la narrazione vera e propria. Imparare a individuare la struttura che si cela dietro ogni libro (sempre ben nascosta) significa acquisire la capacità non solo di impostare la propria storia nel modo migliore possibile (se si volesse provare a cimentarsi con la scrittura), ma anche di approcciarsi a quelle degli altri con la capacità di vedere oltre quello che appare.

Piedi – docente: Mariella Martucci
Se esistessero dei navigatori per le storie, il punto di partenza da indicare sarebbe “l’incipit”, mentre la destinazione “il finale”. In mezzo, il percorso, ovvero la trama. Ma per muoversi dalla partenza all’arrivo non basta puntare i piedi in direzione di quest’ultimo, bensì bisogna imparare a riconoscere il percorso più giusto tra quelli possibili. È questo che fanno le grandi autrici e i grandi autori: tracciare il percorso migliore per i loro personaggi, zoomare su svolte e incroci per decidere quando e dove farli svoltare, se farli perdere in una deviazione o incappare in una palude e, soprattutto, far sì che evitino vicoli ciechi (a parte quelli esistenziali, che invece possono tornare utili). In Piedi ci avvieremo lungo questi percorsi, scoprendo che non sono mai casuali, nemmeno quando raccontano il perdersi, perché se è vero che sono i piedi a permettere il movimento, è sempre chi scrive a decidere dov’è che i piedi devono portare.

Occhi – docente: Carolina Capria
Gli occhi sono ciò che ci permette di guardare e rappresentano il nostro punto di vista. Per capire cosa significa “Punto di vista” bisogna mettere da parte la convinzione – connaturata – che una storia possa essere oggettiva e quindi raccontata in un unico modo. Ogni storia in realtà ha infiniti punti di vista, infinite prospettive, può avere il significato che chi la racconta (in questo caso la scrittrice o lo scrittore) vuole darle. La semplice storia di un bambino che va a scuola, per esempio, può essere raccontata attraverso gli occhi del bambino, quelli dei genitori che lo salutano, dell’insegnante che lo vede arrivare, o anche di un sassolino sull’asfalto. E anche una volta che si sceglierà un punto di vista, le scelte decisive non saranno finite, perché l’occhio, così come una telecamera nella realizzazione di un film, guarderà in una direzione, ignorandone un’altra.
Scegliere un punto di vista significa quindi anche decidere cosa non raccontare, significa operare una scelta con consapevolezza.

Lingua – docente: Massimiliano Ferrone
Ci sono scrittrici e scrittori che potremmo riconoscere anche solo dal modo di comporre una frase o di usare una singola parola. La riconoscibilità del linguaggio e dello stile di un autore non è soltanto la prova del suo talento, ma anche la misura del contributo dato da quell’autore alla letteratura, la dimostrazione che è stato capace di farle compiere un passo avanti, di averle fatto dire qualcosa di nuovo in modo nuovo.
Nelle lezioni di Lingua ci immergeremo negli stili delle scrittrici e degli scrittori che hanno dato un contributo significativo alla letteratura, non soltanto italiana. Li leggeremo in profondità per imparare a riconoscerne tratti espressivi e stilemi, ci metteremo in ascolto della loro voce per cogliere e comprendere appieno ogni sfumatura linguistica della loro scrittura. Lo faremo, come dice Sartre, con la consapevolezza che non si è scrittori solo perché si è scelto di dire certe cose ma perché si è scelto di dirle in un certo modo.